mercoledì 17 febbraio 2010

Oh Oh le foto del Carnevale del Fico...



Una bella sbrodolata d'immagini per chi c'era e vuol rendersi conto di com'era e per chi non c'era e vuol pentirsi di non esserci stato.
!!! Hey Oh Let's Go !!!

Ancora loro...Lemmy dei Motörhead, il cantante dei Jalisse, Ozzy e Amedeo Minghi.


Alice (lost) in wonderland


Rock!!! 


Orazio Chein & Uorric Braun

Invisible Ghido

Booooobs

Trilly & Co.

La siora

La passione di Cristo

La gallina...

la grignapapula e La Regina di Cuori

Deejay-san Dave

(questo è un regalo a Michy...)


Bresciani vs C.S.I.

...Ma dove siamoooo???

Non sono cattiva...è che mi disegnano così.

Gorilla togliti la maschera da uomo...



I-Phone Girl


Eva Kant      

Robi dancing

Alice & Bianconiglia


Doctors


Questa fa tanto sesso...


Semola & Audrey Hepburn

Il trio lescano


Ozzy (?) & MariAno


ApeMichela


tananannanana tananananna na...
          
ADAMO!!! MA HAI COLTO ANCHE UNA BANANA???


LE POULET




La Maura


Bat-Savic

Porno Amatoriale

Oddio la sposa cadavere...


Audrey-Sara






Tele-Joel



Obelix


Jo Jo

Tezzu: "Ignorantia et Molestia"

E' tardi è tardi sai... siam già in ritardo ormai!

After Riot




Ronnie Gold


Balotelli


Abusi su Pocahontas

lunedì 15 febbraio 2010

THE CLASH, I WANNA RIOT


La ricorrenza è di quelle “impegnative”: il trentennale dell’uscita di London Calling, uno dei dischi più influenti nella storia del rock. Difficile occuparsi dei Clash, oggi. Dopo la morte di Joe Strummer l’immagine della band giace sotto il pesante cumulo della retorica barricadera, come se le sue radici affondassero solo e soltanto in quel combat-rock divenuto icona che la storia ha provveduto ad istituzionalizzare. Sbagliato. I Clash, figli della West London dei medi anni settanta, sono stati e restano un magnifico gruppo punk, una garage-band che insieme a Pistols, Damned, Jam e Generation X ha premuto il tasto rosso, quello della deflagrazione.

La parabola della band si sviluppa dal ’77 all’82, poi un’inutile appendice con un album brutto e controverso datato 1985 e singole carriere soliste mai all’altezza di quanto prodotto sotto il marchio Clash. Aldilà di tutto resta, dopo più di trent’anni, l’immagine di una band fiera e ispirata, quella che prima della svolta antiglobalista (anch’essa pionieristica) e prima di riallacciare definitivamente i ponti col passato, si affacciava dalla sala prove di un magazzino abbandonato di Camden per urlare, prima a Londra poi al mondo intero, il proprio ruvido, ingenuo, appassionato “I Wanna Riot”. Sono soprattutto quei Clash che questo libro vuole raccontare. Attraverso le loro parole.

Luca Frazzi è una delle firme più collaudate nel panorama della stampa musicale specializzata italiana. Da sempre si occupa di punk e rock in genere. E’ redattore di Rumore ma in passato è stato fanzinaro e collaboratore de l’Ultimo Buscadero e Rockerilla. Ha pubblicato Iggy & The Stooges. 35 anni di suoni nocivi (Stampa Alternativa, 1998), Lontano da Highbury (Libri di Sport, 2003), due guide al primo punk italiano nel 2003 e una ai Joy Division nel 2009 per le edizioni Apache. E’ autore di Mamma dammi la benza, documentario in tre puntate sulle radici del punk italiano prodotto dal canale satellitare Jimmy, e conduttore radiofonico.

martedì 23 febbraio 2010
ANTICA OSTERIA DEL FICO (CR)


TAGLIA, CUCE E MODERA L'INCONTRO:
DAVIDE MONTEVERDI AKA DEEJAY DAVE